Nella vita alcuni avvenimenti possono sconvolgere la nostra esistenza e quella dei nostri familiari. Pensiamo ad esempio a un grave infortunio o a una grave malattia che provochino l’incapacità a svolgere le attività quotidiane elementari, come alzarsi dal letto, lavarsi, vestirsi, alimentarsi autonomamente, in eventuale combinazione a un deficit cognitivo che intacchi facoltà mentali quali il linguaggio, la comprensione, l’orientamento, ecc. Le politiche statali a supporto dei soggetti colpiti da questi eventi sono purtroppo inadeguate ad alleviare le pesanti conseguenze economiche, che si abbattono anche sulle famiglie. L’INPS in questi casi prevede l’indennità di accompagnamento agli invalidi civili, che è «una prestazione economica, erogata a domanda, a favore dei soggetti mutilati o invalidi totali per i quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita» (Fonte INPS). Per il 2021 l’importo dell’indennità era di 522,10 euro, quindi è facilmente intuibile l’inadeguatezza di tale trattamento e l’impatto economico che ne consegue. Registriamo inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione e l’allungamento dell’aspettativa della vita media. Nel 2018 era di 85,2 anni per le donne e di 80,8 anni per gli uomini e le previsioni al 2041 la portano rispettivamente a 88,1 e 83,9 anni (rapporto Censis del 2019), con prevedibile aumento di richieste di assistenza di lungo periodo, a cui il nostro Paese riserva solo il 10% della spesa sanitaria, fanalino di coda tra i big europei. A tutto ciò si affianca la rapida trasformazione della composizione delle famiglie, il cui impegno nell’attuale modello di welfare è significativo, contrassegnata da un aumento dei nuclei unipersonali e di quelle monogenitoriali, a fronte di una riduzione di quelle con figli e del numero medio di componenti familiari. Tali mutazioni riducono nei fatti la platea di figli e parenti disponibili come potenziali caregiver (assistenti familiari), a fronte del segnalato incremento del numero di longevi possibili fruitori di assistenza, senza contare coloro che perdono l’autosufficienza nel corso della vita lavorativa a causa di un infortunio o di una malattia gravemente invalidanti. È perciò evidente la necessità di pensare per tempo a proteggersi dagli eventi sopradescritti e in questo il settore assicurativo offre le polizze Long Term Care (LTC), che hanno l’obiettivo di offrire una rendita o rimborsare le spese di assistenza quando l’assicurato non è più indipendente. Realmente Sereno è la soluzione di Reale Mutua dedicata a chi vuole essere previdente e desidera tutelarsi, già da oggi, per un’eventuale perdita di autosufficienza nel compimento degli atti elementari della vita quotidiana, garantendosi per tutta la vita una rendita mensile che viene stabilita al momento della sottoscrizione del contratto unitamente al piano dei versamenti.