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ECONOMIA E INVESTIMENTI: IL FOCUS DI PAOLO MOISO

Il consulente finanziario piemontese ha analizzato la situazione delle borse mondiali

Stefano Vergano

PAOLO MOISO

Insieme al consulente finanziario Paolo Moiso siamo andati ad analizzare la situazione attuale per capire un po’ meglio quali sono gli scenari dell’economia.
LA SCELTA DI MARIO DRAGHI COME PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA SORTITO EFFETTI POSITIVI E/O NEGATIVI SUI MERCATI INTERNAZIONALI E SULL’ECONOMIA ITALIANA?
Incaricare Mario Draghi, ex governatore della Banca Centrale Europea, di formare un governo istituzionale ha avuto l’effetto immediato e visibile di spingere lo spread a dieci anni tra BTP e Bund tedeschi sotto i 100 punti base. Al livello più basso dal 2015. La nomina ha rinnovato l’interesse degli investitori per le banche italiane.
I mercati finanziari hanno un chiaro ricordo del ruolo decisivo che ha avuto come Presidente della BCE nell’autunno 2011, quando il Quantitative Easing ha immediatamente spento l’allarme sui titoli di Stato italiani. Mario Draghi dovrà lavorare per un uso efficace e tempestivo del Recovery Fund e attuare diverse riforme strutturali. Gli investitori ritengono che abbia l’esperienza, la credibilità e l’autorità per gestire al meglio l’implementazione di questo processo che, direttamente e indirettamente, avrà un effetto positivo sulle banche italiane.
PER QUANTO RIGUARDA GLI INVESTIMENTI PRIVATI I CLIENTI DEVONO TENER CONTO DEL FATTORE INFLAZIONE?
Certamente. Basti pensare che a settembre il tasso annuale Eurostat nell’area euro è stato del 3,4%, il livello più alto dal 2008. Alla luce di queste considerazioni, è lecito chiedersi se i portafogli siano effettivamente ben diversificati per gestire il rischio inflazionistico, un rischio che non ha oggettivamente destato preoccupazioni negli ultimi anni, ma che ora occorre valutare in maniera attenta. Obbligazioni e azioni storicamente hanno
generato performance negative in un contesto di aumento dell’inflazione, mentre vale il contrario per esempio per le materie prime e le obbligazioni indicizzate all’inflazione.
IN PIENA EMERGENZA CORONAVIRUS MOLTI SOSTENEVANO CHE LA CINA SAREBBE STATO IL PRIMO PAESE AD AVERE SEGNALI INCORAGGIANTI SUL MERCATO DOPO LA PRIMA ONDATA DEL COVID-19. POSSIAMO DIRE
CHE È STATO DAVVERO COSÌ?
I dati dell’economia cinese sono peggiorati dopo il periodo più difficile dovuto al Covid- 19. Gli indici cinesi sia del settore manifatturiero che di quello dei servizi hanno subito una battuta d’arresto già nel mese di agosto. Tutto questo traccia un quadro preoccupante ma tutt’altro che inaspettato e spiegabile attraverso svariati fattori fondamentali.
Il primo è la diffusione della variante Delta che ha costretto l’attività economica cinese a una “frenata d’emergenza”. Le misure di lockdown hanno causato un calo della mobilità e le ripercussioni non si sono fatte attendere. Il secondo fattore è dovuto alle alluvioni che hanno colpito alcune importanti regioni manifatturiere,
incidendo sugli investimenti in beni strumentali e danneggiando le infrastrutture. Da ultimo, le crepe prodotte nella fiducia degli investitori dall’ultima stretta normativa – che prendono di mira soprattutto le società del settore tecnologico – continuano a generare un’incertezza suscettibile che va ad intralciare la crescita del Paese.
IN GERMANIA E NEL MONDO, IL DOPO ANGELA MERKEL AVRÀ CONSEGUENZE SUI MERCATI A MEDIO O LUNGO TERMINE?
Per la prima volta dopo 16 anni il nuovo governo non sarà guidato da Angela Merkel. Questo presumibilmente potrà portare a reazioni di mercato nel breve termine, anche turbolente, e a una fase di incertezza. Ma di norma, dopo l’annuncio del risultato elettorale, le reazioni tendono a placarsi con la stessa rapidità con cui sono emerse, per cui potrebbero esserci brevi picchi di volatilità sui mercati che non dovrebbero turbare gli investitori. Il consiglio, piuttosto, è quello di focalizzarsi su investimenti a lungo termine.

PAOLO MOISO
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