Attività / Manifestazioni

L'ASTIGIANO MEDIO ALLE SAGRE: DIARIO DI BORDO IRRIVERENTE DI UNA SACRA GIORNATA

Marco Alpan

Ore 8:30: suona la sveglia. Non c’è tempo da perdere. Questa volta non darò la soddisfazione a Zeus di saltare sul letto e di sfoderare gli artigli per farmi alzare. Mi butto giù rocambolescamente, mentre un groviglio di coperte e lenzuola mi imbriglia a tradimento, costringendomi a ingaggiare una furibonda lotta da cui esco vincitore. Il mio primo pensiero una volta in piedi va a un caffè ustionante: quale modo migliore per carburare in fretta? Vado in cucina e sul tavolo ecco la magna charta, la cartina delle casette, fedele alleata di ogni sagrista organizzato. Ricomincio a stilare i piani d’assalto là dove ho interrotto la scorsa notte, verso le 2, quando il sonno ha avuto la meglio. Ricapitoliamo: Rocchetta, la rustica, poi il sontuoso di Moncalvo, la soma d’aj a Grazzano o a Vesime? A Vesime c’è la robiola, sciocco! Un turbinio di nomi, piatti e prezzi vortica nella mia testa fino a trasformarsi davanti ai miei occhi in un mostro che spalanca le fauci e sembra volermi divorare. Zompo indietro istintivamente e finisco con il sedere a terra. Strabuzzo gli occhi e guardo meglio: per fortuna era solo Zeus che aveva fame. Anche stavolta ce l’ha fatta a riportarmi alla realtà! Ore 16:30: inizia la vestizione. Nell’armadio del perfetto sagrista non possono mancare i pantaloni mimetici con i tasconi a zip, ideali per contenere cellulare e portafogli, che se mai dovessero cadere per terra stasera sarebbero più perduti del Sacro Graal. L’imperdibile maglietta della Cattedrale con la scritta «Stà calm e vola àut» ‒ destinata a sporcarsi di vino al primo brindisi in tipico stile vichingo ‒ è il giusto tocco di classe per ribadire la mia fede ai colori biancocelesti e per dare sfoggio del mio sangue 100% astigiano. Completa l’outfit la taschetta dove riporre il bicchiere: la porto con me come un talismano. Ore 17: è tempo di partire per la piazza! Deus vult! Ore 17:30: con una manovra a tenaglia degna della battaglia di Canne siamo riusciti ad accerchiare e a conquistare i tavoli di Nizza, la nostra base, che difenderemo a costo della nostra vita. Ore 17:45: i piani a cui ho dedicato tutta la notte e la mattina vanno in fumo; giuro che il prossimo anno ci vengo da solo! Ore 18:11: è finita la friciula con lardo di Mombercelli! Anche quest’anno non siamo stati abbastanza lesti. Ore 18:30: sempre più convinto che in paradiso non possa non esserci una casetta delle frittelle di Cessole! Ore 19: Dio benedica l’inventore del risotto al Barbera! Ore 20:45: bis dell’antico bodino di Casa Savoia! Ore 21: posso usare la Malvasia come collutorio? Ore 23:30: facendo lo slalom tra i piatti accatastati accanto ai bidoni, con la mente e le membra intorpidite dal vino e con in sottofondo i cori degli avvinazzati, mi appresto a tornare a casa felice. La mia sveglia di domani saranno i testacalda, pronti a trainare i carri della sfilata contadina: da quando ho 12 anni non ne ho persa neanche una! Ore 24: buttato nel letto come uno straccio, mi rimane la forza di un ultimo pensiero prima che il sonno prenda il sopravvento: domani per colazione bunet o torta alle nocciole?