Attività / Salute e benessere

LA NUOVA VITA DI GIANFRANCO E QUELLA PROTESI MADE IN ASTI MARCHIATA 'GRIGI'

Dopo un grave incidente sul lavoro e un’amputazione, Gianfranco torna a sorridere grazie a Loa e alla protesi hi-tech confezionata per lui

Redazione

L.O.A. ORTOPEDIA

Il punto di non ritorno Gianfranco Candida lo toccò il 19 marzo 2018. Quel giorno fece la scelta che cambiò radicalmente la sua vita. Riavvolgiamo il nastro. In quello stesso anno Gianfranco, classe 1964, finì in ospedale dopo un grave infortunio sul lavoro. Il suo piede sinistro aveva subito danni importanti: persino le ossa più piccole erano come esplose. «Fu in quel momento che iniziò la mia avventura ‒ racconta, oggi, Gianfranco ‒ I medici dell’ospedale di Alessandria cercarono in tutti i modi di salvarmi l’arto, ma con il passare del tempo le problematiche non facevano che aumentare. Feci persino un mese e mezzo di camera iperbarica, ma poi... ». Poi qualcosa cambiò. Nella mente di Gianfranco si insinuò pian piano l’ipotesi dell’amputazione. Un’idea che è diventata realtà a stretto giro, dopo essersi affidato al personale di Loa (Laboratorio ortopedico astigiano). «Il pensiero di vivere con una stampella mi angosciava ogni giorno di più ‒ aggiunge Gianfranco ‒ La cosa più intelligente che ho fatto è stata scegliere l’amputazione, quella transtibiale. Se potessi tornare indietro, lo farei persino prima. Per me scegliere l’amputazione fu optare per il minore dei mali». Da quel momento Gianfranco iniziò una nuova vita. Dopo l’operazione fu la volta del matrimonio, cui fece seguito un complesso percorso di riabilitazione. Gianfranco ricominciò a camminare nel febbraio 2019, con l’aiuto di una protesi che, inizialmente, sembrava che il suo corpo rigettasse. Come se, inconsciamente, volesse respingerla. Nel maggio di quello stesso anno tornò a lavorare. Proprio lì dove era partito tutto. Iniziò ad appassionarsi allo sport legato alla montagna. ‘Galeotte’ furono le visite di alcuni amici che, durante i tre mesi passati in ospedale, non gli fecero mai mancare il loro supporto, facendolo viaggiare, con le parole, nei meandri delle loro passioni. Prima fra tutte la montagna. Gianfranco decise allora di rivolgersi nuovamente a Loa, per farsi confezionare una protesi adeguata. La sua protesi sportiva è realizzata in titanio, fibra di carbonio e leghe di alluminio. L’invaso è composto da due diverse tipologie di materiali stratificati, uno in termoplastico estremamente elastico atto a garantire la miglior aderenza possibile, il secondo in fibra di carbonio con finalità strutturale nel quale viene alloggiato il componente funzionale: il sistema di vuoto integrato. Questo decompressore garantisce la tenuta pneumatica della protesi alla porzione amputata. Subito sotto viene collegato il piede protesico. L’invaso è stato inoltre realizzato con una livrea personalizzata, raffigurante lo stemma della squadra del cuore di Gianfranco: l’Alessandria e i suoi ‘Grigi’. «Le sfide causate dalla perdita di un arto non riguardano solo la capacità di muoversi ‒ puntualizzano da Loa ‒ Gli effetti sono di vasta portata e spesso costringono a cambiare il modo in cui gestiamo il nostro lavoro, il modo in cui pensiamo ai viaggi, persino gli hobby». «Non smetterò mai di ringraziare Loa, oltre al collaboratore Luca Nivino, per avermi permesso di ricominciare a vivere ‒ dice commosso ‒ Ora faccio competizioni anche di 12 chilometri o più. A Gavirate (VA) non volevo arrivare primo. Volevo poter arrivare al traguardo. E così è stato». Grazie al binomio di esperienza tramandata negli anni e nuove tecnologie, Loa elabora acquisizioni manuali e in 3D di monconi e parti anatomiche che permettono di realizzare invasi di assoluta precisione e comfort. Nella realizzazione delle protesi, sia estetiche che mioelettriche, per arti superiori e inferiori, Loa Ortopedia è sempre alla ricerca dei migliori materiali e componenti presenti sul mercato mondiale.

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