Siamo abituati a pensare all'e-commerce come a un negozio esclusivamente online. Come Amazon, che di questo sistema è il re. E, in una società come quella di oggi, che va sempre più di corsa, e-commerce nell’immaginario collettivo significa anche poter fare la spesa comodamente dal divano, flaggando le varie opzioni offerte dal carrello digitale, per poi ricevere le buste direttamente a casa o ritirarle in loco nell’orario a noi più congeniale. E se fino a qualche anno fa per fare la spesa ci avremmo messo almeno un’ora, adesso è possibile ridurre drasticamente i tempi. Guadagno in termini di tempo che possiamo spendere in altre attività: dallo stare di più in famiglia al dedicare più ore al lavoro, passando per il lusso di concederci una camminata al parco. La società sta spiccatamente andando verso una direzione: quella del digitale. Ne sa qualcosa Maurizio Voglino, titolare di Mvitalia®, web e software agency con sede ad Alba che, dal 2008, è orientata alla creazione e gestione di siti web, e-commerce e applicazioni. «L’e-commerce traina e trainerà sempre di più l’economia a livello mondiale ‒ annota Voglino ‒ Partendo da questa premessa, stiamo proponendo a varie realtà commerciali, non necessariamente di grandi dimensioni, di affiancare alla loro attività anche un e-commerce. Questo non significa per forza dover vendere in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di offrire un servizio migliore alla propria clientela, locale, avviando un processo di fidelizzazione che permette di stare al passo con i tempi». Troppo spesso ci si reca in un negozio, magari di quartiere, per provare un paio di scarpe di quella marca vista online, per il semplice gusto di avere la certezza che il 38 calzi a pennello. Poi, una volta appurato, si torna a casa, si apre il computer e, con un semplice click, si acquista la scarpa in questione, certi di non dover fare il reso, magari pagandola anche meno che in negozio. «E se il negozio in questione avesse avuto anche un suo e-commerce? ‒ aggiunge Voglino ‒ In tal caso, al cliente già sulla porta in procinto di uscire a mani vuote, avrebbe potuto sporgere un flyer o un coupon per avvisarlo della possibilità di acquisto online, con tanto di scontistica valevole per 24 ore, con ritiro in negozio o consegna a domicilio». «L'E-COMMERCE TRAINA E TRAINERÀ SEMPRE DI PIÙ L'ECONOMIA A LIVELLO MONDIALE» La mission, quindi, non è sradicare i negozi del territorio per favorire esclusivamente il canale digitale, ma creare attività ‘ibride’, che possano matchare il punto vendita fisico con il proprio e-commerce. Questo sistema permette così di sostenere, al di là dei pregiudizi, l’economia di quartiere, sfruttando canali moderni e innovativi. Il processo è stato già da qualche tempo condiviso e avviato dalle attività che vendono prodotti tecnologici, così come dalle aziende che si occupano di produzione e messa sul mercato del vino. L’e-commerce resta una sorta di tabù, invece, per le attività che si occupano di abbigliamento su misura. Quel che è certo è che se si vuole emergere in una società che investe quotidianamente sulla grande distribuzione, serve stare al passo con i tempi e, l’idea dell’e-commerce da affiancare alla propria attività in negozio, può essere l’asso nella manica. Soprattutto durante il lockdown causato dalla pandemia da Covid-19, sono stati potenziati anche i servizi dei corrieri, tanto che, oggi, persino una piccola realtà commerciale può affidarsi a un corriere per consegnare ordini in modo rapido ed economico. «La strada è segnata ‒ conclude Voglino ‒ Oggi tutto è stato semplificato. Il digitale non ha costi fissi, al di là di quelli di impianto e sviluppo e, in più, ci sono anche numerosi contributi a disposizione, sia a livello regionale che provinciale, oltre che come Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, ndr), con contributi o finanziamenti a fondo perduto, per usufruire di questi nuovi servizi».