Il 2022 è stato un anno estremamente difficile per i mercati, a causa di un mix di fattori che ha scatenato una vera e propria tempesta perfetta. Dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina a un’inflazione elevata, fino a una serie di rialzi aggressivi di tassi di interesse da parte delle principali banche centrali del mondo. Questi sono solo alcuni degli shock che hanno contribuito a creare instabilità. A questi si è aggiunto il recente terremoto in ambito criptovalute. L’Istat ha comunicato che nel mese di dicembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e una crescita del 11,6% su base annua, ben oltre tutte le aspettative. Di fronte a queste forti instabilità, mettere al riparo i propri risparmi da eventuali perdite non è più così semplice rispetto a quanto si faceva nel passato. Garantire lo stesso potere d’acquisto, oggi, non vuol dire solamente non scendere al di sotto rispetto a quanto investito, ma ipotizzare crescite significative del portafoglio. Le obbligazioni e i Bond rappresentavano il primo rifugio di fronte a queste necessità, ma, oggi, potrebbero non bastare. Investire in fondi è il miglior modo per diversificare il proprio investimento, affidandosi alla professionalità e competenza di gestori che ne cercano l’ottimizzazione effettuando switch continui tra diversi assets, per non rischiare di incorrere in perdite rilevanti nel caso in cui un ‘settore’ affronti un momento di difficoltà. Gli eventi che si sono susseguiti negli ultimi anni ci hanno insegnato che il mondo della finanza non ha solamente regole ‘interne’ dettate dagli andamenti aziendali o dai contesti economici di un paese, ma possono subire grandi scossoni anche derivanti da cause totalmente esterne, come ad esempio guerre o pandemie. È importante affidarsi a Player qualificati con anni di esperienza, ma senza dimenticare che il nostro investimento, oltre al guadagno, deve orientarsi sempre di più verso un’economia ambientale e sociale, prediligendo l’utilizzo di fondi ESG. L’acronimo ESG si riferisce a tre aree principali, precisamente Environmental (ambiente), Social (società) e Governance. Ogni pilastro fa riferimento a un insieme specifico di criteri, come l’impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali e se un’azienda agisce con accuratezza e trasparenza o meno. In genere, i criteri ESG assumono la forma di una sorta di punteggio di credito sociale in cui tutte e tre le categorie vengono utilizzate per illustrare la quantità di rischio di un’azienda per gli investitori. Il rating ESG viene solitamente calcolato in base ai dati e alle metriche relativi alle risorse immateriali di un’organizzazione. Di conseguenza, la decisione di investire non si basa esclusivamente sul rendimento economico di un’organizzazione, ma anche su valori quali il rispetto dell’ambiente e una governance efficace. Qualunque fosse lo strumento finanziario utilizzato per gestire i propri risparmi, la raccomandazione più importante è sempre quella di rivolgersi a consulenti esperti e professionali, che siano in grado di costruire delle soluzioni tailor-made sulle proprie esigenze di orizzonte temporale, propensione al rischio e il fine dell’operazione.