Attività / Cucina

MENÙ NATALIZIO: PESCI, NONNE E SALSA TERIYAKI

Aurora Faletti

TUTTOPESCE

Un centrotavola ingombrante. Una tovaglia rossa e argentata. Tutto tace. Odore di soffritto. Il campanello suona e la nonna agghindata a festa con le ciabatte di pelo si avvicina alla porta. La apre e la sala si inonda di voci, baci e risolini: è il pranzo di Natale. Che sia il cenone della vigilia o il pranzo del giorno successivo, l’Italia si accoccola intorno all’unica certezza: si mangia pesce. È un’usanza popolare più che un precetto religioso perché si tratta, infatti, di giorni di ‘magro’ in cui bisognerebbe digiunare o mangiare cibo povero. È buffo come poi questa tradizione di austerità sia passata all’abbuffata di dodici portate con protagonisti crostacei lussuosi. Ma le regole della nonna non si discutono e allora abbiamo chiesto a Redi Mauri, proprietario di Tuttopesce, qualche idea per questo generoso banchetto, ricordandoci che è prima di tutto occasione per fermarsi ad assaporare la meraviglia della condivisione e il sapore della vita. ANTIPASTI ESTETICI La verità è che la reale funzione degli antipasti è quella di essere belli. Le piccole porzioncine non hanno bisogno di saziare (visto la mole di cibo che precedono) ma di creare atmosfera e stupore su questa tavolata sgargiante. I più tradizionali si riconosceranno nelle capesante gratinate, che sono la panatura senza impegno di questo delicato e carnoso frutto di mare che dorme in una raffinata conchiglia. Vogliamo osare di più con i contrasti? Immaginatevi allora un croccantissimo crostone di pane nero spalmato di morbida burrata con sopra alici salate e magari un pomodorino secco. Giochi di colore, consistenze e sapore diano inizio alle danze! UN'OCCASIONE PER FERMARSI AD ASSAPORARE LA MERAVIGLIA DELLA CONDIVISIONE E IL SAPORE DELLA VITA PRIMI PERFORMANTI Dall’ambito estetico passiamo a quello godurioso; i primi non devono essere eleganti ma performanti: abbondanti, unti e cremosi. Qui ogni famiglia ha un po’ la sua usanza; ad esempio, nella mia esiste solo la pasta con i pesci. Da anni provo chiedere a nonna «Sì ma quali pesci?» però lei è impassibile: «LA PASTA CON I PESCI». Per Redi Mauri non è un segreto di stato e potrà consigliarvi i pesci più adatti in un oceano di possibilità. Volete un primo cremoso? Allora senza dubbio una bella pirofila di lasagna di gamberi: la sfoglia croccante racchiude pesciolini gustosi che nuotano nella besciamella filante. Si vuole omaggiare il nipotino appena tornato dall’Erasmus in Spagna? In questo caso paprika, zafferano e scampi si inchinano per la regina esotica dei risotti: la paella. SECONDI PER SGRASSARE (più o meno) Il secondo invece è quel periodo intermedio tra mi sta ancora qualcosina e vorrei solo rotolare sul divano. Nel dubbio, bisogna abbinarci la famosa insalatina per sgrassare. La tradizione propone una semplicissima orata al sale, ma si può aumentare la difficoltà dando un tocco rustico: pane casareccio immerso nella rossa e maestosa zuppa di pesce. Vogliamo addentrarci nel gourmet orientale? Teriyaki di sgombro all’arancia, in cui il gusto della salsina e dell’agrume rispettano la ricchezza del pesce. Come ultimo consiglio: non buttiamo gli avanzi! Date le abbondanti quantità della festa, è possibile che nei due giorni seguenti si possa mangiare di rendita con i pesci del Natale. Invece i dolci, com’è risaputo, hanno uno stomaco a parte e non avanzano mai! Raggiungete il mercato coperto, domandate a Tuttopesce e assaporate lo spirito del Natale!

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