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UMANO, TROPPO UMANO: FINO A CHE PUNTO LE EMOZIONI INFLUISCONO SUGLI INVESTIMENTI?

Marco Oggero

STUDIO OGGERO Consulenza finanziaria

La finanza comportamentale permette di guardare ai mercati da un altro punto di vista e operare scelte più sostenibili. Spesso si è soliti pensare ai mercati finanziari come a sistemi efficienti, razionali, che seguono logiche matematiche sempre perfette. In realtà non è così. Dietro a ogni scelta di investimento e strategia finanziaria c’è sempre e solo un soggetto: l’essere umano. È l’essere umano, infatti, a decidere come, quando e perché investire e le sue decisioni possono essere motivate da diversi fattori, che spesso poco o nulla hanno a che fare con le regole o l’analisi di mercato, fattori emotivi o condizionamenti esterni: è qui che entra in gioco la finanza comportamentale. Molteplici i fattori umani, non determinabili a priori o inquadrabili in uno schema rigido, che influenzano profondamente il mercato, ne sono esempio l’emotività, il ricordo delle scelte passate, o ancora il modo in cui un determinato investimento ci è stato presentato, per non parlare poi dell’effetto gregge, degli errori cognitivi e del gioco d’azzardo. La finanza comportamentale studia i mercati in relazione al comportamento delle persone, ovvero come le emozioni del singolo individuo influenzano il mercato, che si trasforma così in un qualcosa non del tutto prevedibile. LA FINANZA COMPORTAMENTALE STUDIA I MERCATI IN RELAZIONE AL COMPORTAMENTO DELLE PERSONE, OVVERO COME LE EMOZIONI DEL SINGOLO INDIVIDUO INFLUENZANO IL MERCATO L’analisi delle variabili comportamentali sulle decisioni di investimento trova posto in diversi studi di economisti definiti ‘classici’ come Adam Smith, ma è solo dalla fine del ‘900 che si è iniziato a parlare di finanza comportamentale, principalmente grazie agli studi condotti da importanti autori come Robert James Shiller.

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